L’urlo di Munch nella lotta contro gli sprechi alimentari

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Secondo le stime della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), circa un terzo della produzione alimentare globale viene sprecato annualmente, ammontando a oltre 1,3 miliardi di tonnellate di cibo con un valore economico stimato di circa 1 trilione di dollari. In risposta a questa sfida, l’organizzazione greca Boroume si è ispirata al famoso dipinto L’urlo di Edvard Munch per creare una campagna pubblicitaria intitolata The Scream. Tale iniziativa affronta in modo creativo e altamente espressivo il problema dei cibi ancora buoni che vengono gettati via.

Boroume sfrutta l’urlo di Munch nella sfida contro gli sprechi alimentari

L’organizzazione Boroume è una no-profit attiva in Grecia, impegnata nella raccolta e nella distribuzione di alimenti per coloro che ne ha bisogno. La campagna The Scream è stata lanciata in concomitanza con la Giornata Mondiale contro gli sprechi alimentari, con l’obiettivo di incitare a una profonda riflessione sulle abitudini alimentari e sulle responsabilità individuali.

La peculiarità di questa campagna risiede nell’utilizzo dell’opera d’arte L’urlo di Munch, un’icona artistica nota in tutto il mondo, come elemento centrale. In un modo creativo e provocatorio, Boroume ha personificato cipolle, cavoli, carne e pane, facendoli “urlare” per richiamare l’attenzione sul problema degli sprechi alimentari. La campagna invita il pubblico a guardare il problema da due prospettive: quella del cibo sprecato e quella di chi compie l’atto di gettarlo via.

Messaggio campagna The Scream

La campagna The Scream si propone di sensibilizzare il pubblico riguardo alla frequente eliminazione di alimenti basata esclusivamente su difetti estetici o segni superficiali, spingendole a una revisione più accurata delle proprie pratiche quotidiane legate al cibo.

Boroume, facendo leva sull’icona artistica de L’urlo di Munch, trasmette un chiaro messaggio: non possiamo più ignorare il problema degli sprechi alimentari. Questa è una responsabilità sociale che coinvolge l’intera collettività e in quanto tale richiede un impegno condiviso da parte di ognuno di noi.

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