Virtual Reality è tutto un altro livello

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Nel mondo sempre più connesso e digitalizzato di oggi, la virtual reality sta emergendo come una tecnologia straordinaria che ci consente di esplorare mondi immaginari, apprendere in ambienti simulati e persino connetterci con persone da tutto il globo, il tutto senza mai lasciare la comodità della nostra realtà fisica. La realtà virtuale, o VR, è un’esperienza sensoriale e interattiva che sta trasformando il modo in cui viviamo, lavoriamo ed esploriamo il mondo che ci circonda.


Che cos’è la virtual reality

La virtual reality è una tecnologia innovativa, capace di ricreare virtualmente la realtà, dando la percezione di vivere delle vere e proprie esperienze reali. Essa rappresenta una sorta di realtà simulata, creata al computer, in grado di creare ambienti virtuali, nei quali si viene immersi indossando un visore, dotato di sensori, capace di riconoscere i movimenti svolti nella realtà e replicarli nell’ambiente virtuale.

Sebbene la virtual reality si sia sviluppata soprattutto nel campo dei videogiochi, le sue aree di applicazione si sono ampliate nel tempo. Gli sviluppatori di realtà virtuali, siano esse 3D o realizzate con riprese a 360°, stanno puntando ad amplificare il coinvolgimento dell’esperienza rendendola non solo reale, ma soprattutto più completa.

Questo si sviluppa secondo tre principali parametri:

  • creatività: la possibilità di realizzare oggetti e vivere esperienze non fattibili nella vita reale;
  • attenzione: la possibilità di immergersi completamente nella realtà virtuale ed ampliare la nostra capacità di concentrazione;
  • emozione: l’opportunità di creare scene adrenaliniche e amplificare le nostre emozioni.

Visitare le stanze migliori di un hotel, seguire un corso di formazione a distanza o partecipare a percorsi riabilitativi attraverso la realtà virtuale sono solo alcuni degli esempi possibili.

Come nasce la virtual reality

Sebbene se ne stia parlando soprattutto negli ultimi anni, questa forma di realtà immersiva non è certo un traguardo recente. 

Il primo esperimento nel settore risale alla metà dello scorso secolo. “Sensorama” era un apparecchio per il cinema sviluppato nel 1957 dal regista Morton Heilig.

Si trattava di un cono visivo, attraverso il quale lo spettatore poteva osservare la proiezione in 3D. Non solo: vibrazioni, suoni stereofonici, piccole correnti d’aria rendevano l’esperienza ancora più completa. Benché lo strumento non fu mai distribuito su larga scala, Heilig è considerato tra i padri della realtà virtuale.

A spianare la strada verso le prime elaborazioni grafiche di ambienti virtuali furono gli studi di Ivan Sutherland, qualche anno più tardi. L’informatico statunitense riuscì a mettere a punto nel 1968 il primo visore della storia, gettando le basi della computer grafica.

Certo dobbiamo immaginare un apparecchio ingombrante e complesso, talmente pesante da dover essere fissato al soffitto per poterlo utilizzare. Una pietra miliare della ricerca in campo informatico, dalla quale, attraverso costanti affinamenti, è derivato ciò che oggi chiamiamo virtual reality.

Come funziona la virtual reality

A differenza della Realtà Aumentata, che mantiene una forte connessione visiva con il mondo fisico, la realtà virtuale implica la totale immersione in un ambiente digitale. 

Inizialmente, questa tecnologia ha ricevuto un notevole impulso nel settore del gaming, prevalentemente attraverso la creazione di ricostruzioni 3D, in grado di offrire esperienze di gioco immersive.

Tuttavia, la realtà virtuale sta progressivamente convergendo con le tecniche di ripresa a 360°. Utilizzando telecamere apposite e visori, è ora possibile immergersi completamente in scene filmate, con la possibilità di scegliere liberamente dove dirigere lo sguardo, pur rimanendo in un luogo fisso nella stanza.

Le implicazioni di questa tecnologia sono presto intuibili: si potrebbero simulare operazioni chirurgiche o lezioni di volo. O ancora visitare le stanze di un museo dall’altra parte del mondo o assistere alle Olimpiadi come si fosse allo stadio. Il limite, in questo caso, potrebbe essere solo la fantasia.

Quali sono le principali tecnologie della VR

La virtual reality è un potente veicolo di esperienze emotive, capace di creare ambienti virtuali che gli utenti possono esplorare attraverso specifici dispositivi elettronici come visori VR, occhiali, guanti e sensori. Si basa sull’interconnessione tra diverse tecnologie, tra cui: Digital twin, Intelligenza artificiale, Realtà aumentata (AR) e Internet of things (IoT).

Una delle sfide della virtual reality è creare ambienti digitali che sembrano sempre più simili al mondo reale. Ciò può essere ottenuto con l’aiuto della ricostruzione 3D, che fornisce un’istantanea dello stato del prodotto in modo quasi realistico. Queste copie virtuali sono denominate Digital twin.

Altra sfida della virtual reality consiste nell’imitare le complesse capacità cognitive umane, un obiettivo che la tecnologia ha cercato di raggiungere per molti anni. Eppure, proprio negli ultimi tempi, grazie a nuovi sistemi di calcolo ed elaborazioni sempre più precise, il traguardo si è avvicinato parecchio.

In questo contesto, l’intelligenza artificiale rappresenta la soluzione tecnologica più avanzata, non solo alle crescenti complessità dei sistemi informatici, ma anche al divario tra uomo e macchina. Al proprio interno, questa tecnologia incorpora sia conoscenze teoriche e tecniche, che pratiche in grado di portare allo sviluppo di algoritmi avanzatissimi, capaci di far mostrare alle macchine una forma di intelligenza, in specifici settori.

L’IA consente inoltre di creare elementi che possano essere collocati nello spazio 3D per creare conversazioni realistiche tra gli utenti o eseguire attività specifiche come praticare sport, giocare ai videogiochi, visitare mostre e molto altro ancora. Questa capacità deriva dall’operatività autonoma dell’IA e dalla sua abilità di supportare contemporaneamente milioni di utenti, aprendo nuove frontiere per l’interazione e l’esperienza virtuali.

Con realtà aumentata, o AR, ci si riferisce a quel processo attraverso il quale si riesce ad aggiungere elementi virtuali all’esperienza reale. Possono essere informazioni visive, uditive e sensoriali.

Con Internet of things ci si riferisce al processo di connessione a Internet di oggetti fisici utilizzati ogni giorno: dal frigorifero in casa, all’orologio, ai dispositivi medici, ai dispositivi indossabili, agli oggetti smart. L’implementazione dell’IoT consentirà la creazione di simulazioni in tempo reale nella realtà virtuale.

Lo sviluppo di queste nuove tecnologie immersive permetterà di rivoluzionare il modo di vivere la realtà rispetto al contesto fisico con cui siamo abituati ad interagire. 

Come accedere alla virtual reality

Come precedentemente affermato, per accedere alla virtual reality è necessario equipaggiarsi con dispositivi elettronici, tra cui i visori per la realtà virtuale (VR).

Se è vero che la virtual reality continua ad evolversi e raggiungere nuovi traguardi, nel mondo dei visori VR il progresso segue linee contrastanti.

Al momento, non esiste ancora un modello o una tipologia di visore che possa essere universalmente considerato lo standard definitivo in questo ambito, anche se alcuni prodotti hanno ricevuto una maggiore adozione e successo rispetto ad altri.

I migliori visori VR attualmente disponibili

A livello complessivo si possono individuare quattro categorie di visori, divise per caratteristiche e funzione. Ognuna di queste ha specifiche tecniche e utilizzi peculiari, nonché i suoi prodotti maggiormente venduti.

Di seguito le denominazioni principali:

  • wired (visore cablato): il visore funge da player di due immagini che, mostrate una per occhio, simulano la percezione reale. È connesso ad un pc e prevede l’utilizzo di un paio di joystick, che permettono l’interazione all’interno degli ambienti 3D.
  • stand-alone: il funzionamento avviene in autonomia, senza fili e l’appoggio ad un computer esterno. Questo visore è particolarmente comodo perché utilizzabile in qualsiasi luogo e non prevede operazioni complesse per l’avvio. Attualmente questa è la categoria più promettente sul mercato. 
  • gaming: nel funzionamento è identico ai visori cablati ma in questo caso funge da periferica di una console di gioco. Tra i maggiormente conosciuti si ha il Playstation VR, che è anche il visore per la realtà virtuale più distribuito a livello globale.
  • mobile: il visore è solo un hardware nel quale si inserisce uno smartphone, che riproduce un video in 360° o una elaborazione grafica. Non si tratta di una visualizzazione impegnativa a livello di calcolo, e normalmente il visore si acquista ad un costo ridotto. Tra i più noti si annovera Google Cardboard

In generale, quindi, la strada per definire lo standard nel mondo dei visori per la realtà virtuale sembra essere ancora lunga.

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